dott. Marco Cesare Giussani
Pediatra di famiglia
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Tachipirina o Nurofen ?

Data ultima modifica: 29/9/2013
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Criteri di scelta dei farmaci antifebbrili

Il paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, Acetamol, ecc) e l’ibuprofene (Nurofen,  Antalfebal, Moment, ecc) sono principi attivi che possono essere usati nel bambino, tuttavia non sono la stessa cosa, non sono intercambiabili e andrebbero usati seguendo alcuni criteri. Innanzi tutto servono per abbassare la febbre e possono avere un ruolo nel controllo del dolore. Al di fuori di queste condizioni non hanno nessuna utilità pratica e, se un farmaco non viene utilizzato per quello che serve, può causare solo effetti collaterali. Per esempio non servono se la febbre non supera i 38° C, semplicemente perché non vi è nulla da abbassare e un moderato aumento di temperatura aiuta a guarire. Non servono per combattere i sintomi del raffreddore o delle infiammazioni delle prime vie aeree, non fanno respirare meglio (anzi l’ibuprofene potrebbe favorire il broncospasmo in un bambino asmatico). Non ha nemmeno senso una somministrazione prolungata di questi farmaci a orari fissi (come purtroppo si vede fare anche da alcuni pediatri) quando non c’è più la febbre o è scomparso il dolore.

Dette queste cose, la scelta tra l’uno e l’altro è indifferente? No, questi farmaci hanno caratteristiche diverse che vengono sfruttate al meglio se usati con consapevolezza. Il paracetamolo ha una buona azione sulla febbre con ha una discreta attività antidolorifica e si caratterizza di un buon profilo di tollerabilità e da scarsi effetti collaterali. L’ibuprofene ha una efficacia sulla febbre sovrapponibile se non leggermente superiore a quella del paracetamolo e ha anche una buona attività sul dolore, tuttavia contrae la diuresi e, in casi rari, potrebbe avere una tossicità renale se usato in dosi eccessive o per periodi prolungati. Nel bambino difficilmente i farmaci antinfiammatori hanno una tossicità gastrica, tuttavia sarebbe buona norma non somministrare l’ibuprofene a stomaco vuoto. Inoltre l’attenuazione del dolore, quando non specificamente ricercata, potrebbe rendere meno evidenti dei quadri clinici e ritardare delle diagnosi.

Partendo da queste considerazioni possiamo trarre delle conclusioni su quali siano i criteri per la scelta dell’uno o dell’altro farmaco. In caso sia presente soltanto febbre è preferibile l’uso del paracetamolo che ha un profilo di sicurezza maggiore, mentre se la febbre si accompagna anche a un dolore intenso (esempio nel caso di otite acuta) l’ibuprofene consente di ottenere un effetto combinato sui due sintomi.

Infine da ricordare che il paracetamolo termina la sua azione più precocemente e andrà somministrato ogni 5-6 ore in caso la febbre si mantenga elevata, mentre l’ibuprofene non va ripetuto prima di 7-8 ore. Non è nemmeno opportuno alternare i due farmaci, per esempio se dopo la somministrazione di paracetamolo la febbre si mantiene elevata aggiungere l’ibuprofene.

Ultima raccomandazione, che vale per tutti i farmaci, tutte le volte che è possibile è meglio somministrare le medicine per bocca rispetto alle supposte. In questo modo è possibile utilizzare la dose più corretta e l’assorbimento del farmaco è più sicuro.


 


 


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