Il
paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, Acetamol, ecc) e l’ibuprofene (Nurofen, Antalfebal, Moment, ecc) sono principi attivi che
possono essere usati nel bambino, tuttavia non sono la stessa cosa, non sono
intercambiabili e andrebbero usati seguendo alcuni criteri. Innanzi tutto
servono per abbassare la febbre e possono avere un ruolo nel controllo del
dolore. Al di fuori di queste condizioni non hanno nessuna utilità pratica e,
se un farmaco non viene utilizzato per quello che serve, può causare solo
effetti collaterali. Per esempio non servono se la febbre non supera i 38° C,
semplicemente perché non vi è nulla da abbassare e un moderato aumento di
temperatura aiuta a guarire. Non servono per combattere i sintomi del
raffreddore o delle infiammazioni delle prime vie aeree, non fanno respirare
meglio (anzi l’ibuprofene potrebbe favorire il broncospasmo in un bambino
asmatico). Non ha nemmeno senso una somministrazione prolungata di questi farmaci
a orari fissi (come purtroppo si vede fare anche da alcuni pediatri) quando non
c’è più la febbre o è scomparso il dolore.
Dette
queste cose, la scelta tra l’uno e l’altro è indifferente? No, questi farmaci
hanno caratteristiche diverse che vengono sfruttate al meglio se usati con
consapevolezza. Il paracetamolo ha una buona azione sulla febbre con ha una discreta
attività antidolorifica e si caratterizza di un buon profilo di tollerabilità e
da scarsi effetti collaterali. L’ibuprofene ha una efficacia sulla febbre
sovrapponibile se non leggermente superiore a quella del paracetamolo e ha
anche una buona attività sul dolore, tuttavia contrae la diuresi e, in casi
rari, potrebbe avere una tossicità renale se usato in dosi eccessive o per
periodi prolungati. Nel bambino difficilmente i farmaci antinfiammatori hanno
una tossicità gastrica, tuttavia sarebbe buona norma non somministrare l’ibuprofene
a stomaco vuoto. Inoltre l’attenuazione del dolore, quando non specificamente
ricercata, potrebbe rendere meno evidenti dei quadri clinici e ritardare delle
diagnosi.
Partendo
da queste considerazioni possiamo trarre delle conclusioni su quali siano i
criteri per la scelta dell’uno o dell’altro farmaco. In caso sia presente
soltanto febbre è preferibile l’uso del paracetamolo che ha un profilo di
sicurezza maggiore, mentre se la febbre si accompagna anche a un dolore intenso
(esempio nel caso di otite acuta) l’ibuprofene consente di ottenere un effetto
combinato sui due sintomi.
Infine
da ricordare che il paracetamolo termina la sua azione più precocemente e andrà
somministrato ogni 5-6 ore in caso la febbre si mantenga elevata, mentre l’ibuprofene
non va ripetuto prima di 7-8 ore. Non è nemmeno opportuno alternare i due
farmaci, per esempio se dopo la somministrazione di paracetamolo la febbre si
mantiene elevata aggiungere l’ibuprofene.
Ultima
raccomandazione, che vale per tutti i farmaci, tutte le volte che è possibile è
meglio somministrare le medicine per bocca rispetto alle supposte. In questo
modo è possibile utilizzare la dose più corretta e l’assorbimento del farmaco è
più sicuro.